Tour 2002: SVEZIA

Stoccolma e dintorni.   Km.: 1200... -giorni: 13- Periodo: Luglio 

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Non capisco perche’ non siano di piu’ i ciclisti che scelgono la Svezia come destinazione per un viaggio. Certo, a

meno di non avere molto piu’ del tempo di cui i comuni mortali  normalmente dispongono per prendersi le ferie, sara’ molto difficile visitare tutta la Svezia, terzo tra i paesi dell’ Unione Europea e primo tra quelli della Scandinavia per estensione, in un viaggio solo… Ma a parte questo, i vantaggi che la Svezia offre sono tali da farne un serio pretendente al titolo di destinazione ideale per i cicloturisti, almeno in Europa. Situata tra la Norvegia e la Finlandia, la Svezia si puo’ considerare anche una buona via di mezzo, per quanto riguarda il terreno, tra l’asperita’ della prima e la piattezza un po’ monotona della seconda. E anche nella parte meridionale piu’ popolata, e’ possibile pedalare per decine di chilometri (ore, in termini di tempo) in mezzo ad una natura intatta senza praticamente incontrare traccia di attivita’ umana, al di la’ dell’immancabile capanna  di legno costruita sulla riva di uno degli innumerevoli laghi. Qui’ le zone coltivate sono ancora spesso ritagli ricavati ai margini della foresta, nel fondo delle valli o lungo le vie di comunicazione. D’altra parte, sempre nel sud, centri abitati abbastanza grandi si incontrano ancora con frequenza abbastanza rassicurante, e, tra i vantaggi che

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questi offrono, c’e’ quello assolutamente irrinunciabile della favolosa ospitalita’ offerta dagli Ostelli della Gioventu’ (o del Viandante, nell’espressione corrispondente scandinava. Molto piu' appropriata, perche' i cicloviaggiatori possono anche essere non piu' giovani, ma come viandanti sicuramente li battono in pochi…).  In tutto il tempo che ho trascorso in Svezia, ogni volta che e’ stato possibile (e, fuori da Stoccolma, lo e’ stato praticamente sempre), ho avuto una camera a mia completa disposizione al prezzo del singolo posto letto!  Poi ci sono le colazioni a buffet (da cui deriva, ovviamente, abbuffata...), disponibili con qualita’ e prezzi praticamente identici, (cioè mai + di 10 Euro) non solo negli ostelli, ma anche negli alberghi di qualsiasi categoria, fino alle quattro stelle (negli orari in cui il buffet e’ aperto, funziona sempre allo stesso modo: paghi, entri, e ...ti abbuffi finche’ ti dura la scorta di Alka-Seltzer)

 

 

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Quanto agli inconvenienti, non ce ne sono molti, ma senz’altro uno e’ quello di non potere trasportare le bici sui treni, in questo paese cosi’ grande. E’ stato questo il motivo principale che mi ha indotto (praticamente obbligato) ad iniziare e finire il viaggio a Stoccolma.

Un altro inconveniente, non necessariamente legato alla Svezia, ma comunque a questo viaggio, e’ stato quello di non poter portare con me la mia bici.  E, contrariamente a quanto si potrebbe pensare (di certo io ero ben lontano dall’immaginarlo) noleggiare una bici decente in Svezia, capitale inclusa -una delle citta’ piu’ all’avanguardia d' Europa- e’ tutto fuorche’ un'impresa semplice. Scordatevi Internet, o, se proprio siete di quelli a cui piace farsi del male a tutti i costi, imparate il termine svedese per “noleggio” (Uthyrning, con un po’ di fortuna non avrete bisogno di sapere anche come si pronuncia…).  Poi cercate di avere l’indirizzo e-mail di Peter (non si trova sul web, quindi prima dovrete trovare Peter, il quale dal canto suo non avra' problemi a darvelo). Quando avrete trovato Peter, avrete trovato anche la bici che cercavate per il vostro viaggio, ad un prezzo piu’ che conveniente (meno di una Corona al chilometro, e ancora piu’ a buon mercato se riuscite a fare piu’ strada di me’…). Se non riuscite a trovare Peter, be’… saro’ felice di sentir raccontare come e’ andata a voi

 

Giorno 1. Stoccolma - Nynäshamn: 80 km. Mappa

Per chi, come me, non era mai stato a Stoccolma prima, non e’ stato certo facile doverla lasciare subito, senza poterla visitare. Ma questo faceva parte del gioco, era previsto che Stoccolma sarebbe stata la destinazione, il “premio” dopo le fatiche del viaggio. Quello che non era previsto era che le fatiche sarebbero cominciate cosi’ presto, e semplicemente per trovare la via d’uscita dalla citta’.  Stoccolma dispone di una rete fitta di piste ciclabili, tuttavia non cosi’ ordinate e neppure cosi’ nettamente “separate” dalla circolazione motorizzata come, ad esempio,

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nelle citta’ olandesi. E, a differenza della Norvegia, in Svezia i ciclisti non hanno sempre la precedenza… Per fortuna l’ufficio centrale del turismo vende una mappa dettagliata della rete ciclabile. Un’aiuto indispensabile, che, anche se non rende l’impresa esattamente un gioco da ragazzi, almeno la rende possibile… Come si vede anche non appena ci si trova fuori dalla mappa, nella labirintica periferia di Stoccolma, dove il 90 per cento delle strade e’ senza uscita o gira in tondo.  In breve, la cosa migliore e’ imboccare la strada piu’ diretta, fosse anche l’Autostrada (non impossibile in Svezia, dove non esistono pedaggi e quindi neppure  barriere di accesso, ma comunque vietato…).  Per fortuna, per arrivare a Nynäshamn, il porto dal quale partono i ferry per le isole del Baltico, c’e’ una normale statale, che, una volta lasciata Stoccolma, diventa anche l’unica strada percorribile indipendentemente dal tipo di veicolo...

 

 

Giorno 2. Nynäshamn-Gotland (via ferry); Visby-Klintehamn: 30 km. Mappa

 

Sotto una fitta gelida pioggierella lascio l’ostello il giorno seguente per recarmi al terminal dei Ferry  per l’isola di Gotland. Il ferry veloce, un’imbarcazione dalle forme avveniristiche, via di mezzo tra un Bat-Ferry e una corvetta Stealth, percorre le 100 e piu’ miglia marine che separano Nynäshamn dal porto di Visby in poco piu’ di tre ore. Gotland e’ la destinazione per eccellenza del ciclista (e del turista in genere) della domenica svedese, e, per una svista logistica alla quale non sono poi stato piu' in grado di rimediare, io ci arrivo al giovedi’ sera, alla vigilia di uno dei piu' affollati week-end estivi. Il ferry e’ prevedibilmente pieno anche se non completo, forse perche’ il tempo sembra volgere al brutto.  In Svezia c’e’ comunque un detto secondo il quale quando a Stoccolma piove a Gotland c’e’ il sole e infatti, a Gotland almeno non piove, anche se il sole si fara’ ancora aspettare fino al giorno seguente.

 

Visby, porto principale di Gotland, e’ anche l’unica vera cittadina  in tutta l’isola. Gotland e’ ricca di storia e monumenti, in particolare le 96 (proprio cosi'!) pievi gotiche costruite praticamente ad ogni incrocio, e anche piu’ in la’ (non c’erano abbastanza incroci…), tutte risalenti all’epoca in cui l’isola era al centro della rete commerciale della Lega Hanseatica. E Visby e’ il suo gioiello, incastonato nella cerchia di mura medievali perfettamente conservate, tra le citta’ Hanseatiche forse la meglio preservata in assoluto (di certo la meno bombardata, visto che si trovava nella neutrale Svezia all’epoca della seconda guerra mondiale). Fuori da Visby, la maggior parte dei centri abitati di Gotland sono agglomerati di poche case, come ad esempio Klintehamn, il primo paese che si incontra lungo la costa occidentale uscendo verso sud, dove mi fermero' a dormire, e dove il gruppo piu’ consistente di edifici  e’ costituito dal complesso del Motel-Ostello-Campeggio.

 

Giorno 3. Klintehamn - Burgsviken - Etelhem: 100 km.  Mappa

 

Gotland non e’ poi un’isola tanto piccola, misurando oltre 100 km.da nord a sud, e piu' di 50 da est a ovest.

Farne il giro completo seguendo tutta la rete di piste ciclabili richiederebbe molto  piu’ di un week-end. Io riusciro’ a visitarne meno della meta’, nella parte a sud di Visby.  L’isola e’ completamente piatta, ed e’quindi una specie di grande parco ciclistico. Si  possono noleggiare bici praticamente ovunque, nei due o tre centri principali anche in quantita’ industriali, ma la scelta e’ limitata: praticamente si tratta sempre dello stesso modello, con cambi da tre a sette velocita’.  Seguire le piste ciclabili e’ preferibile soprattutto perche’ il percorso, sulle principali strade di collegamento, diventa presto monotono, e il mare non si vede quasi mai. Ma prima o poi bisogna ritornarci perche’ con le ciclabili il percorso si allunga di molto. Come ho gia’ detto, percorrere l’intera rete richiederebbe probabilmente almeno una settimana.  Uscendo da Klintehamn verso sud, dopo pochi chilometri, la pista gira a destra e si addentra nella pineta in direzione del mare. Per chilometri e chilometri la strada segue la costa al limitare della pineta, che si affaccia ininterrotta sul mare, dal quale la separa solo una stretta striscia di sabbia, quasi del tutto deserta. La nostra costa adriatica non doveva essere molto diversa, eccetto che per la varieta’ dei pini, prima che l’avvento del turismo di massa la trasformasse in una megalopoli di duecento chilometri.  La pista poi ritorna verso l’interno, seguendo sentieri sterrati che a tratti si addentrano nella foresta e a tratti bordeggiano pascoli e campi coltivati, in un percorso dalla geometria rigorosa fatto di lunghissimi rettilinei collegati da brusche curve ad angolo retto, in un susseguirsi apparentemente senza fine... E non e’ solo un impressione: il contachilometri conferma che il totale accumulato in questo girovagare comincia ad essere considerevole, e consiglia di ritrovare la strada principale per raggiungere la meta del giorno, ancora lontana, per la via piu’ breve.  Avendo appena il tempo di affacciarmi sul Burgsviken, una profonda insenatura che taglia quasi in due la punta meridionale  di Gotland,  risalgo verso nord in direzione di Hemse.  Questo e' l'unico vero paese che si incontra lungo tutto il percorso, per il resto ci sono soprattutto fattorie, chiamate Gard, formate, come le nostre corti o masserie, da una serie di edifici raccolti attorno ad un ampio cortile principale. Molte di queste oggi svolgono qualche tipo di attivita’ agrituristica, dall’ospitalita’, alla ristorazione, alla vendita di artigianato e prodotti tipici. Ancora piu’ di frequente (visto il numero) si incontrano le chiesette in stile gotico, tutte costruite in pietra,  secondo una pianta generale molto simile, ma ognuna con le sue peculiari caratteristiche, sovente arricchite da pregiate sculture in pietra all’esterno, in legno all’interno, e in alcuni casi da affreschi e altri oggetti d’arte.

 

Giorno 4. Etelhem - Närsholmen -Ljugarn -Etelhem: 90 km.           

Il posto dove mi fermero’ fino alla domenica (vista la disponibilita’, sarebbe stato un affronto restare un giorno solo in uno dei week-end piu’ affollati dell’anno) e’ una magnifica Gard impeccabilmente restaurata con ristorante particolarmente originale (il pavimento e’ di ghiaia…) e una ubicazione idilliaca poco fuori del borgo di Etelhem. Nonostante cio’, il prezzo del pernottamento sarebbe stato lo stesso dell’ostello, se avessi potuto condividere la camera (ovviamente qui' devo pagare per la doppia che occupo da solo, ma e’ lo stesso un affare per tanto lusso).  Per forza di cose, la tappa di oggi dovra’ essere un percorso da anello. Nei borghi all'intorno, come Stånga, Lye, Burs, När, si trovano alcune chiese particolarmente monumentali (effetto dovuto anche al carattere assolutamente piatto del paesaggio, e all’assenza di  ogni altro edificio di dimensioni comparabili, comunque, per essere chiese di campagna fanno il loro effetto...).  Ma la mia intenzione ovviamente e’ di includere nel giro anche la costa est, completando cosi’ almeno la traversata di Gotland “coast to coast”.  Avvicinandosi al mare la regione diventa sempre piu' disabitata... e mai cosi' tanto in vista del solitario faro situato sulla punta di Närsholmen.  

Ad un certo punto sono quasi rassegnato a raggiungere Ljugarn, il principale centro abitato della costa e uno dei due o tre veri e propri paesi in tutta Gotland, a stomaco vuoto. Ma a un certo punto in mezzo al nulla sbuca un campo da golf… con provvidenziale caffetteria. E scopro anche dov’erano finiti tutti gli svedesi: a giocare a golf, naturalmente, bastava pensarci… Ljugarn e’ un grazioso paesino di cottages di legno, birrerie e chioschi all’aperto che ha preservato l’atmosfera delle localita’  balneari degli anni ’50 e ’60. Le formazioni rocciose dalle forme bizzarre che si possono vedere lungo la costa sono i resti di barriere coralline preistoriche.

 

Giorno 5. Etelhem - Visby: 50 km. Gotland -Oskarshamn (ferry) Mappa

 

L’attraversamento di Gotland per ritornare a Visby non offre particolari attrattive, al di la’ degli  idillici paesaggi campestri, dei resti dell’ abbazia di Roma, trasformati in auditorium all’aperto per gli eventi della stagione estiva, e …della splendida giornata di sole che annuncia l’arrivo dell’estate scandinava. Essendo domenica, la citta’ di Visby e’ affollata all’inverosimile di turisti che si godono il sole e il caldo nelle terrazze dei caffe’, nei giardini, nel lungomare e sulle spiaggie. La maggior parte di questi turisti si ritroveranno all’imbarco dei ferries per il ritorno sul continente: a Nynashamn, per gli abitanti di Stoccolma che hanno passato il week-end a Gotland e, nel mio caso, questa volta, a  Oskarshamn, l’altro porto lungo la costa dello Småland.

 

Giorni 6-7.  Oskarshamn – Gränna (lago Vättern) 130 + 80 km. Mappa 1; Mappa 2

 

L’ostello di Oskarshamn  e’ situato in una scuola ed e’ uno dei pochi a non servire la colazione (gli ostelli migliori

sono in genere quelli ubicati in edifici storici, come castelli, ville, antiche fattorie e, a Stoccolma, persino una prigione e un veliero ancorato al molo di Skeppsholmen).  Non e’ un problema perche’ il lussuoso Comfort Hotel Post apre il suo buffet a tutti ad un prezzo da ostello. La tappa di oggi, cosi’ come la successiva,  si svolgono nella regione dello Småland, ricca di foreste, colline, e dalle proporzioni decisamente …continentali. Lo Småland arriva infatti alle rive del lago Vättern, piu’ di duecento chilometri verso l’interno. Il mio piano e’ di arrivarci in due giorni, e sara’ un’impresa… Fortunatamente il tempo sembra rimanere  sul bello stabile: quando si tratta di sollevare il morale, si sa’, la crema solare e' molto meglio dell’impermeabile. Appena si esce dal centro abitato e ci si dirige verso l’interno comincia la foresta, e la Svezia si rivela subito all’altezza delle aspettative: per ore si pedala tra boschi di imponenti conifere, che si aprono solo in corrispondenza di limpide distese d’acqua. Il traffico e’ prevedibilmente quasi inesistente, anche se alcuni autoarticolati fanno pensare che il codice della strada Svedese non preveda limiti alle dimensioni di questo tipo di veicoli.  La strada si arrampica con sempre maggiore frequenza man mano che si avanza verso l’interno. La parte centrale dello Småland e’ formata da creste di colline i cui picchi si elevano al massimo a trecento metri. Nel fondo delle piccole vallate la foresta lascia un po' di spazio ad aree coltivate, ricordando come doveva essere il paesaggio in tutta l’Europa prima che si innescasse l’inarrestabile rincorsa tra agricoltura intensiva ed esplosione demografica. 

 

I centri abitati tra il Baltico e il lago Vättern  sono sparsi e di dimensioni ridotte. La localita’ di Bruzaholm, dove si trova l’ostello, e’ poco piu’ di una stazione di servizio... La maggior parte degli edifici sono moderni. Al di la’ delle chiese costruite in pietra, i centri storici, costruiti in legno, non si sono conservati. Una notevole eccezione  e’ rappresentata da Eksjö, che infatti per questo e’classificato tra le citta' patrimonio culturale dell'Europa. Anche se costituito in pratica da una sola via principale, lunga si e no’ un chilometro,  e da alcuni vicoli sui quali si affacciano le case di legno dai colori vivaci, Eksjö e’ comunque una delle localita’ dove sopravvivono le suggestioni e l’atmosfera della Svezia rurale degli ultimi due secoli. Tra Eksjö e il lago Vättern ci sono un paio di vere salite. Le alture terminano con una precipitosa discesa verso la riva del lago, che si addolcisce a un paio di chilometri dalla riva formando una ristretta fascia costiera intensamente coltivata. Uno dei centri turistici principali su questa sponda del lago e’ Gränna, sulla cui via principale si affacciano caffe’ e pasticcerie che vendono il prodotto tipico del luogo, i Polkagris, bastoncini di zucchero caramellato. Un prodotto che conviene abbastanza al carattere del luogo, poiche Gränna e' palesemente un luogo di vacanza per famiglie, per le quali venire qui’risulta piu' pratico che non prendere l’aereo per qualche localita' del Mediterraneo. In una giornata come questa comunque, dopo venti ore di sole e con temperature oltre i 30°, la scelta delle famiglie svedesi si rivela senz'altro vincente.

 

Gränna– Vadstena: 60 km. Mappa

 

Alle 8 del mattino del giorno seguente la temperatura e’ gia’ sufficentemente elevata da consentire di pedalare con una maglietta a maniche corte. Ben presto fara’ troppo caldo anche con quella… tanto piu’ che, lungo la fascia costiera del lago, intensamente coltivata, l' ombra e' davvero poca … Dopo una sosta a Ödeshög  per rifornirsi di integratori salini, riparto con addosso solo una maglia senza maniche che mi ero portato soprattutto come strato termico in piu’… ma come termoregolatore funziona anche in senso opposto, per evitare la disidratazione e i colpi di calore… Poco dopo Ödeshög la strada principale si allontana dalla riva del Vättern per costeggiare il Tåkern, un lago“minore” situato piu’ a Est. Io invece continuo a costeggiare il Vättern  su una strada secondaria che si arrampica sul promontorio boscoso di Omberg, una riserva naturale. Qui’ c’e’ finalmente un po’ d’ombra, ma anche parecchi ripidi saliscendi, a cominciare dalla rampa iniziale, con un paio di tornanti oltre il 10%. Gli scorci sul lago pero’ sono impagabili. Al termine della deviazione si ritorna sulla strada principale, che attraversa una vasta pianura coltivata, dove non solo non c’e’ un filo d’ombra, ma oggi anche un fastidioso vento contrario e, per giunta, caldo!  Vadstena e’ un po’ la Assisi svedese, la medievale abbazia di S. Brigida e' al tempo stesso il monumento religioso e il centro spirituale piu’ importante e popolare del paese. In questa giornata a dire il vero l’atmosfera e' alquanto rilassata, e la maggior parte degli  “abiti” che si vedono in giro sono costumi da bagno.  Indossati, del resto per la grande maggioranza da ...bagnanti (per cui come abito oggi questo fa’ comunque il monaco…). Solo qualche temerario osa anche prendere il sole: oggi in realta' e’ troppo caldo per questo… I monumenti storici di Vadstena non sono solo religiosi: c’e’ anche il castello, il cui fossato e’ collegato con il lago e funziona oggi anche da porto turistico, e un centro storico piu’ tardo (di nuovo, le abitazioni in legno coeve al castello e all’abbazia sono scomparse da tempo) ma ben conservato.

 

Giorno 9: Vadstena – Norrköping: 130 km. Mappa

 

Temporali notturni portano un po’ di refrigerio dall’afa del giorno precedente ma, nonostante la mattina inizi sotto un

cielo coperto da plumbei nuvoloni, alla fine non cadra’ praticamente neanche una goccia di pioggia. In compenso ci sara’ vento, per fortuna quasi sempre favorevole. Non che sia cosi’ determinante, visto che il terreno e’ prevalentemente ondulato, e l’unica parte piatta, quella che segue il Göta Canal, e’ anche quella -prevedibilmente- meno esposta. La tappa di oggi e’ particolarmente lunga. Il tratto che costeggia il canale costruito all'inizio dell'800 per collegare il Baltico ai grandi laghi dell’interno contribuisce da solo quasi 40 km. (per lo piu’ di pista sterrata), eppure costituisce solo una frazione del percorso. Lo precede una lunga pedalata attraverso le ondulate campagne dell' Östergotland, fino alla chiusa di Borensberg. Lo segue, dopo le imponenti chiuse di Bergs, il periplo della sponda nord del Roxen, (una trentina di km.), al termine del quale l'ennesima chiusa, quella di Norsholm, immette di nuovo nel Göta Canal. Le chiuse sono punti particolarmente pittoreschi del canale, ognuna ha in genere uno o piu’ caffe’ e/o ristoranti con terrazze all’aperto.  A Norsholm per arrivare a Nörrkoping mancano solo una ventina di chilometri, ma, per quanto mi riguarda, questa non sara' ancora la fine della tappa, avendo deciso di approfittare dell’indipendenza che la bicicletta offre per fermarmi all’ostello di Lindö, altri cinque km. piu’ in la’ sulle rive del Bråviken (un braccio di mare che dal Baltico si addentra per circa 60 km.nell'entroterra, raggiunto il quale avro' quindi a tutti gli effetti pedalato l'Östergotland coast to coast, dal Vättern al mare, in una sola lunga tappa!)  Nörrkoping si puo' considerare la prima vera citta'  incontrata da quando ho lasciato Stoccolma. Tra le varie attrattive c'e' certamente la  riuscitissima riconversione urbanistica delle vecchie fabbriche tessili in campus universitari e percorsi museali.  Per il resto, magari la mia diffidenza per gli ostelli urbani non e' poi cosi' giustificata, ma in ogni caso i cinque chilometri che devo fare in piu' per arrivare a Lindö sono ben ricompensati (e non solo a livello di ego…): l’ostello e’ situato in una antica proprieta’ signorile costituita da una elegante villa con padiglioni annessi tutti rigorosamente in legno, e la sistemazione e’ in confortevoli e pittoreschi bungalow in mezzo alla pineta, dove tranquillita’ e privacy sono assicurate. La colazione viene servita in uno dei padiglioni provvisto di un'ampia terrazza all'aperto, con una magnifica vista sul Bråviken.

 

Giorno 10: Nörrkoping – Bjornlunda: 130 km. Mappa

 

Altra tappa non esattamente corta (anzi, esattamente lunga… come la precedente).  Il sole splende finalmente (non nel senso che non splendesse prima, ma che da adesso fino alla fine del viaggio ogni giorno sara’ piu’ bello e caldo del precedente…). La tappa di oggi e’ quasi esclusivamente… terrestre, visto che, stranamente, non si incontrano tanti laghi e il mare solamente una volta (e per giunta, come si vedra’ piu’ avanti, anche quando c'e' non si vede...). Ancora meglio sarebbe dire… campestre, perche’ in 130 km. si incontra solo una vera citta’, e comunque di dimensioni modeste, Nyköping. Ma questa e’ la Svezia: dove i laghi sono molto piu' numerosi delle citta’, ed e’ comunque possibile fare piu’ di 100 km. senza praticamente  incontrare ne’ gli uni ne’ le altre, perche’ la  Svezia, tra le altre cose, e' anche… molto grande! Persino la foresta oggi si tiene in qualche modo a distanza, pur rimanendo sempre dietro l'angolo… Comunque i bordi delle strade che attraversano la regione di Kolmården sono coltivati, e la maggior parte dei sentieri che si diramano  da esse conducono a fattorie con i tipici edifici in legno dal colore rosso cupo, sovrastati, spesso, da enormi silos, il cui rivestimento metallico riflette, a mo’di faro, il sole intenso di queste giornate estive a chilometri di distanza  all’intorno. Nyköping si trova a circa due terzi del percorso, e ci si arriva attraversando la lunga valle del Kilaån, una strada praticamente tutta dritta (anche se non esattamente piatta…) per quasi 40 km. A Nyköping, come gia' anticipato, c’e’ il mare, ma non si vede…  Il  Baltico arriva fino a qui in una serie di strette e tortuose insenature le cui rive alla fine si distinguono con difficolta' da quelle di un lago o di un… canale.  Comunque la zona del porto resta una delle piu’ suggestive di questa cittadina, assieme ai resti del forte rinascimentale e alla chiesa trecentesca di S.Nicola. Per arrivare a Bjornlunda ci sono ancora quaranta chilometri di campagna e foresta.  Nonostante lo scarso traffico, la N223 e’ una delle arterie principali della zona. Il fatto e’ che qui’, nonostante i cartelli che segnalano Stoccolma a meno di 100 km., sembra di essere fuori dal mondo...  Bjornlunda e’ uno dei principali crocevia della regione del Södermanland, ma, a parte questo, e un paio di vialetti di cottages tutti di recente costruzione, e’ solo un nome sulla mappa! L’ostello, tuttavia, e’ una vera rivelazione: una fattoria impeccabilmente restaurata i cui edifici in legno si stringono attorno ad una corte ombreggiata da querce secolari. La mia camera si raggiunge arrampicandosi per una stretta scala ed una altrettanto  angusta porta che fa’ pensare ad un pollaio, ma che all’interno e’ spaziosa ed arredata in modo estremamente confortevole, anche se sempre rigorosamente rustico. 

 

Giorno 11:  Bjornlunda – Enköping: 100 km. Mappa

 

Come ci si poteva aspettare, la colazione nell’ostello-fattoria e’ rigorosamente all’insegna del biologico, a cominciare dal pane fatto in casa.  Oggi incontrero’ qualche laghetto in piu’del giorno precedente, a cominciare da uno particolarmente pittoresco pochi chilometri dopo la partenza, dove una famiglia di vacanzieri svedesi si esibisce in atletici tuffi da una piattaforma galleggiante.  Ma il resto delle spiagge, ombreggiate insenature e pittoreschi moli affollati di imbarcazioni che trovero' lungo la strada appartengono  tutti ad un unico, immenso, labirintico lago, lo stesso sul bordo del quale, cento chilometri  piu’ a est, era ormeggiata la Roda Båten, il battello-ostello sul quale ho trascorso la mia prima notte a Stoccolma…:  il Mälaren. E, sempre sulle rive del Mälaren, pochi posti sono altrettanto pittoreschi, (e sfacciatamente turistici...) di Mariefred, con, da un lato, il piccolo borgo immortalato in migliaia di cartoline (in vendita ovunque nel borgo in questione, con l’effetto un po’ surreale che si ha quando uno schermo televisivo trasmette la propria immagine…), e, di fronte, il castello di Gripsholm (cio' che manca veramente ai castelli del Mälaren per essere la risposta svedese a quelli della Loira e’ piu’ che altro la ...quantita’!).  In realta’, perfino i battelli e i trenini, gli uni  e gli altri a vapore, che trasportano i turisti sul lago e nell’entroterra, riescono a sembrare abbastanza autentici,  senza fare troppo Disneyland scandinava...  Ancora meglio fanno comunque senz’altro le imbarcazioni da diporto d’epoca, a motore ma soprattutto a vela, restaurate con cura certosina, che si possono ammirare in tutti i marina del Mälaren, a Mariefred come a  Strängnas, altro paesino un po' meno turistico ma  ancora piu'... nautico. A dominare il paesaggio da Strängnäs fino a Enköping e’ ancora e sempre il Mälaren, che in questo tratto e' attraversato dalla N55 in una successione di isole collegate da ponti. Proprio a causa del grande lago, questa strada ad una sola corsia per senso di marcia, e’ in realta’ l’unico collegamento tra il sud e il nord del paese nel raggio di oltre cento chilometri. Percio', anche se nella stessa area i centri abitati che superano il migliaio di abitanti si contano sulle dita di una mano, il traffico, particolarmente di caravan e camper, in questo week-end di meta’ Luglio (l’equivalente scandinavo del nostro Ferragosto), e’ alquanto sostenuto.  La mia destinazione finale, di nuovo alcuni chilometri fuori dal centro di Enköping, e sempre sulle rive del Mälaren, e' l'ostello di Bredsand, praticamente l'unico edificio degno di nota in questa localita' , che pero' conta ugualmente almeno un migliaio di abitanti, alloggiati  in tende e caravan nel vasto campeggio.

 

Giorno 12 - Enköping-Uppsala: 60 km. Mappa

 

Il viaggio volge rapidamente al termine e, in realta’, gia’ da un paio di giorni sto “orbitando” attorno a Stoccolma. Un’orbita abbastanza ampia, vista la presenza del lago Mälaren, ma che mi permetterebbe in ogni caso di ritornare al mio punto di partenza in una sola lunga tappa. Ma nei piani, questo viaggio non puo’ essere completo senza includere Uppsala, citta’ nella quale la civilta’ Svedese trova un po’ il suo vertice, non solo ideale, ma anche fisico, geografico: tradizionalmente, Uppsala segna il confine tra il sud (relativamente…) urbano e il selvaggio nord. In effetti, per secoli, la civilizzazione materiale europea stabili' qui’ la sua frontiera piu' settentronale: il punto oltre il quale agricoltura, insediamenti urbani e vie di comunicazione si spingevano solo sporadicamente e con difficolta'. Inoltre Uppsala e’ per la Svezia anche una sorta di Oxford e Canterbury riunite  insieme: la sede universitaria piu’ antica e prestigiosa, e il centro della Chiesa Riformata, legata anche in Svezia, un po’ come avviene nel Regno Unito, allo stato e alla monarchia. L’immensa cattedrale, una tra le chiese gotiche piu’ grandi del mondo, domina la cittadina e, con le sue guglie gemelle, il paesaggio circostante per chilometri all’intorno (il quale dal canto suo, soprattutto a paragone di quanto visto fin qui’, non e’ particolarmente interessante. Il nord, con le sue immense foreste boreali, e’ alle porte, ma comunque almeno un’altra giornata di pedale piu’ in la’ …). La bicicletta oggi si fa apprezzare soprattutto come mezzo ideale per visitare Uppsala: come gia’ detto, questo week-end e’ l’equivalente scandinavo del Ferragosto, e la citta’ e’ praticamente deserta, in particolare il traffico e’ inesistente. C’e’ quindi modo di girarla tutta in bici, e anche piu’ di una volta: Uppsala infatti non e’ tanto grande, il centro e’ tutto raccolto in un raggio di poche centinaia di metri attorno alla Cattedrale. Essendo poi la citta’ di Linneo, tra le attrazioni da non perdere ci sono parchi e giardini, anche se non necessariamente quello botanico iniziato da Linneo in persona: la varieta’ delle specie e’ all’altezza, ma lo stato di mantenimento lascia inaspettatamente a desiderare…

 

Giorno 13. Uppsala – Stoccolma: 90 km. Mappa

Inaspettato (questa volta in senso positivo) e’ anche l’interesse del percorso di oggi, soprattutto rispetto a quello del giorno precedente (Uppsala a parte). Per un buon  tratto segue un itinerario ciclabile, la Upplandsleden, una volta tanto segnalato in modo accettabile… che include Sigtuna, considerata una delle piu’ antiche citta’ della Svezia. In realta’, di antico rimangono ancora una volta soprattutto gli edifici in pietra, alcuni in rovina, in particolare un complesso di chiese di epoca romanica, con alcuni resti pre-romanici. Come al solito, il centro del paese, costituito anche qui’ da  un’unica strada fiancheggiata da edifici in legno, e' vecchio al massimo un paio di secoli… ma e’ ugualmente pittoresco, ed essendo questo viaggio anche...una vacanza, si puo' apprezzare senza complessi l’animazione del luogo, turistico almeno al pari di Mariefred (tra l'altro le acque nelle quali si specchia  Sigtuna arrivano anch'esse, attraverso un percorso particolarmente tortuoso, dal Mälaren).

Avvicinandosi alla periferia di Stoccolma, scompaiono del tutto le indicazioni delle piste ciclabili, e trovare la strada diventa una volta ancora un vero incubo. Ad un certo punto mi trovo perfino a pedalare in autostrada.  Quando penso ormai che solo un intervento soprannaturale potrebbe salvarmi… ecco che l’evento puntualmente si produce! Francamente, la prima impressione e' che quanto a mimetismo la  divina provvidenza sia un po' a corto di risorse: ci vuole piu’ di una bicicletta e di un paio di occhiali per mascherare la natura angelica dell’apparizione, anche se, ovviamente, e’ molto meglio cosi’... In termini piu' prosaici, fortunatamente le svedesi  non sono tutte partite per Ibiza, Rodi, o Cipro (anche  se fino ad ora avevo avuto l’impressione che quelle rimaste fossero praticamente tutte impegnate a lavorare nei vari uffici del turismo, alberghi, ostelli, ristoranti e bar, per poter partire a loro volta…) Il risultato (immediato...), e' che alla fine riesco a fare il check-in all’ostello e a restituire la bici a Peter (ricordate? provvidenziale anche lui, a suo modo, e, come angelo, certamente meglio mimetizzato, in puro stile Wim Wenders…), tutto in tempo utile. Quanto a Ibiza… in questo pomeriggio ci sono sicuramente piu’ bagnanti a Langholmen, l’isola (ancora sul Mälaren) dove si trova l’ostello (una ex-prigione, dove per fortuna col cambiamento di destinazione e’ stato instaurato un regime di libertà… incondizionata!) . Mi rimangono tre giorni per godermi questa Stoccolma assolata e balneare, con la prospettiva che, nella socialmente avanzatissima Svezia, il personale degli uffici del turismo, cosi’ come di alberghi, ostelli, ristoranti e bar avra' sicuramente a disposizione un sacco di tempo libero…

Be', se siete arrivati a leggere fino qui' non vi manchera' certo il tempo di dare un' occhiata all' album delle foto.

 


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