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Quest'anno sono tornato in Germania dopo oltre 10 anni dal viaggio descritto in questa pagina. Potete dare un'occhiata alle foto del viaggio 2011 sulla mia pagina di PicasaTour 1998: GERMANIA
Danubio
Passau-Regensburg-Ingolstadt-Donauworth-Ulm-Ehingen-Sigmaringen-Donaueschingen.
Km.: 650 -giorni: 8-
Periodo: Agosto
Clicca sulle
foto per vedere L' itinerario che segue il corso del Danubio da Passau fino alle sorgenti attraversa una regione che non e' esattamente tra le principali destinazioni turistiche di una nazione, la Germania, la cui fama sotto questo punto di vista non e' paragonabile a quella di altri paesi europei come la Francia, l' Italia, la Spagna, la Grecia ecc.... Anche dal punto di vista ciclistico questo e' un tour "per famiglie", anche se noi l' abbiamo affrontato nella direzione opposta a quella piu' tradizionale (la differenza nella difficolta' non e' data tanto dal dislivello -visto che comunque e' questione di decimali- bensi' dal fatto che chi procede verso Est in genere ha il vento a favore...). In compenso permette di scoprire aspetti senz' altro autentici di questa nazione che, forse piu' di altre e' spesso vista attraverso le lenti deformanti di stereotipi e luoghi comuni (particolarmente la regione attraverso la quale la maggior parte del viaggio si svolge, la Baviera), e avere cosi' la conferma del fatto che, per quanto ci dispiaccia ammetterlo, i tedeschi sono sotto molti aspetti il popolo piu' vicino all' immagine che gli europei vorrebbero dare di se stessi. Il viaggio inizia a Passau,
cittadina che esibisce i suoi gioielli di architettura barocca sulle alture
che si specchiano nel Danubio e negli altri due fiumi che qui confluiscono,
l' Inn e il molto meno imponente e conosciuto Ilz (che comunque
serve a fare numero). L' effetto di insieme e' indiscutibilmente suggestivo,
ma, soprattutto per chi lascia la citta' al mattino diretto verso Ovest,
irrimediabilmente in controluce, per cui se volete una conferma anche visiva
dovete per forza recarvi sul posto. Come praticamente ovunque in Germania, le
biciclette viaggiano sulle piste a loro riservate. La Germania e' una nazione
di ciclisti, ma anche di automobilisti, e la convivenza di questi due mondi
e' possibile solo a condizione di mantenerli rigorosamente separati.
Dal punto di vista del traffico, le cose vanno probabilmente meglio per i ciclisti, ma dal punto di vista delle indicazioni di direzione, se le cose andassero per i veicoli a motore come per i cicloturisti, probabilmente la Germania non avrebbe quell' aspetto ordinato che impressiona tanto i visitatori stranieri. Comunque sia, a noi c'e' voluto un po' di tempo per abituarci alle segnalazioni delle piste ciclabili, che oltretutto sono in genere cosi' piccole da costringere a fermarsi per decifrarle, il che' non risulta sempre comodo (se volete allenarvi, attaccate una cartolina ad un paletto e provate a leggerla passandoci accanto a 20-30 kmh...).
Il tratto di strada che porta da Passau a Regensburg, che percorriamo in due tappe, si snoda ai piedi dei contrafforti della Foresta Bavarese (sulla destra per chi viaggia nella nostra direzione), che per i primi chilometri si stendono anche a sinistra del Danubio, ma ben presto si aprono sulla grande pianura che costituisce una delle zone agricole piu' importanti della Germania. Molte fattorie lungo la pista svolgono qualche tipo di attivita' agro-eco-turistica, offrendo vitto e a volte anche alloggio ai ciclisti di passaggio. Regensburg e' uno dei punti di maggiore interesse del viaggio, una delle poche citta' medioevali tedesche a non aver subito durante l' ultima guerra danni irreparabili.
Conosciuta da noi anche col nome latinizzato di Ratisbona, ospito' dal 1663 la Dieta Perpetua (gli imperatori tedeschi avevano gia' evidentemente compreso l' importanza dell' essere perseveranti quando si tratta di diete ...). Il che' non impediva loro di soddisfare altri appetiti: Carlo V ebbe dalla relazione con una donna della piccola borghesia locale, di nome Barbara Blomberg, un figlio illegittimo. Circostanza che non impedi' a quest' ultimo di diventare il cittadino piu' illustre di Regensburg: il vincitore di Lepanto Don Giovanni d' Austria (come testimonia il monumento eretto in Zieroldplatz, di fianco al municipio).
Il tratto tra Regensburg e
Ingolstadt, e' uno dei piu' interessanti del corso Bavarese del Danubio. Il
fiume disegna un percorso sinuoso tra fertili colline il cui profilo a tratti
si inasprisce dando cosi' origine a strette e ripide (anche se non
esattamente vertiginose) gole. Poco dopo la confluenza con l' Altmuhl,
il fiume che da' origine (e il nome) alla valle dell' Altmuhltal, oggi
inserita in un parco naturale, si attraversa Kelheim, paesino
pittoresco dove si concentra il traffico turistico della zona, ciclistico,
automobilistico e fluviale.
Qui il Danubio si addentra nelle gole di Weltemburg, che ospitano, in una cornice di verde e (a condizione di fare astrazione dalle folle di turisti che lo assediano) quiete tipica dei luoghi eletti dai contemplativi, l' omonimo monastero, che, come molti antichi monasteri del Nord Europa, aspira ad essere riconosciuto come sede di una delle piu' importanti invenzioni in campo alimentare (e, prima dell' epoca contemporanea, in qualsiasi campo): quella della birra. Comunque sia, in una giornata eccezionalmente calda come quella in cui arriviamo la birra non si discute... si consuma! Quando poi scopriamo che Weltemburg ha anche la sua spiaggia direttamente sul Danubio, questo non fa che aumentare la nostra ammirazione per questi monaci del medio evo (ma anche qualche interrogativo su fino a che punto si prendessero sul serio).
La vocazione di Ingolstadt,
dove ha sede, fra l' altro, la Audi, e' invece inequivocabilmente
industriale. In quanto tale, ha dovuto soffrire maggiormente le distruzioni
della guerra ed e' oggi in gran parte una citta' moderna, pur conservando,
nel centro storico, qualche importante monumento, restaurato, come sempre
accade da queste parti, in maniera impeccabile. Tra essi, uno dei capolavori
del Rococo' tedesco, la chiesa intitolata (con riferimento alla battaglia di
Lepanto), Maria de Victoria. Del resto da Ingolstadt fino a Ulm, la
ciclopista del Danubio affianca quella del Tour del Barocco, e non bisogna
fare molta strada prima di imbattersi in uno dei maggiori punti di interesse
del Tour, la cittadina di Neuburg-am-Donau, con l' imponente mole del
palazzo rinascimentale (che fu nel XVI secolo sede dei principi elettori del
Palatinato) che si specchia nel Danubio. Sull' altura dominata dal castello
si sviluppa il centro storico con molti altri edifici di notevole interesse.
Il Tour del Barocco e' comunque un tour con piu' soste che tappe. Quelle che meritano cittadine come Donauworth, dove il Danubio incrocia uno dei piu' celebri itinerari turistici della Baviera, la Romantische Strasse; Hochstadt, nel cui centro fortificato si accede passando per una suggestiva porta a torre medioevale; Lauingen, con la sua piazza del mercato; e i due centri maggiori di Dillingen e Gunzburg, il cui principale motivo di attrazione, per noi, e' rappresentato dalla festa (e quando si parla di festa, da queste parti ce n'e' un tipo solo). Alla festa sono andato senza macchina fotografica, perche' la festa appartiene alla gente di qui' (e, per una sera, anche a noi); anche per voi comunque non manchera' l' occasione, ne sono sicuro...
Ulm e' un' altra
citta' che ha sofferto le distruzioni della guerra. La moderna piazza che si
apre davanti alla facciata della cattedrale col suo ampio spazio vuoto
testimonia forse involontariamente la completa sparizione delle strette vie
medioevali. La Cattedrale, comunque, capolavoro gotico, con la sua
guglia che e' la piu' alta del mondo per questo tipo di edificio (fu comunque
completata solo nel secolo scorso), e' sopravvissuta alla guerra, cosi' come
l' altra attrazione di Ulm, il Quartiere dei pescatori, con le sue
case con struttura in legno, risalenti ai secoli XV e XVI, tra le quali
quella che ospita un albergo inserito nel Guinness dei Primati col titolo di
" piu' storto del mondo". Nella foto non sembra poi cosi' storto
(spero non dipenda dalla macchina fotografica). Per apprezzarne appieno l'
irregolarita' da primato probabilmente e' necessario entrarci dentro... A
proposito di irregolarita' da primato: Ulm e' anche la citta' natale di Albert
Einstein, per il quale come si sa' tutto l' universo non e' altro che una
specie di "casa storta" solo molto piu' grande.
Ulm segna il confine tra la
Baviera e la regione del Baden-Wurtemberg, nella quale si svolge l'
ultima parte del nostro viaggio. L' itinerario che seguiamo costeggia le
propaggini meridionali del Giura Svevo, e la strada comincia a salire un po',
anche se non bisogna aspettarsi chissa' che. Per trovare salite piu'
consistenti bisognerebbe deviare verso nord e addentrarsi nel Giura vero e
proprio (qui meglio conosciuto come Schwabische Alb), una regione che
presenta aspetti molto simili a quelli della Selva Nera, con la quale del
resto confina, pur essendo meno turistica. Abbonda comunque di castelli e
abbazie, la maggior parte dei quali risale all' epoca d'oro della Svevia,
quella durante la quale la locale dinastia degli Hohenzollern eredito'
la corona imperiale e quindi il dominio su una fetta consistente del
continente europeo. Una delle testimonianze piu' notevoli legate agli
Hohenzollern è il castello di Sigmaringen, che domina, maestoso e un
po' opprimente (ma forse e' solo l' effetto delle prime nuvole dopo giorni di
sole a picco), l' omonimo paese. Del resto probabilmente l' interesse
maggiore dell' edificio sta' nel suo interno, ma l' orario di apertura non
prevede straordinari per i ciclisti ritardatari.
Comunque sia, l' interesse
principale di Sigmaringen e' certamente la strada che, partendo da qui, si
addentra nel Parco Nazionale dell' Obere Donau (cioè Alto
Danubio, cosi' chiamato per essere appena un pelo piu' alto di quello che
-procedendo in direzione della corrente- lo segue). Pur non essendo in realtà
cosi' alto, da' almeno l' impressione di esserlo, perche' si addentra in gole
ombreggiate dall'aspetto per noi mediterranei- decisamente alpino. Qui il
Danubio è un torrente che scorre lento ma limpido, favorendo la crescita di
piante acquatiche con effetti che ricordano la celebre Fontaine-de-Vaucluse
in Provenza. Nell' acqua si specchiano scoscesi dirupi e la fitta vegetazione
che ricopre i pendii meno ripidi (e nasconde brigate di campeggiatori oltre
ad un paio di reggimenti della Bundeswehr, i cui componenti per
qualche motivo non sembrano condividere l' entusiasmo dei primi per le
attivita' all' aria aperta). A un certo punto le gole si allargano formando
una vallata che ospita la mole imponente del monastero di Beuron. I
monaci di qui faranno anche la birra ma non sembrano farsene un vanto, e di
spiagge non se ne parla (e' pur vero che qui' siamo in "montagna").
Ad ogni modo la fama di Beuron come monastero e' strettamente legata all'
aspetto spirituale: nel periodo tra le due guerre fu' punto di attrazione di
un cattolicesimo impegnato, che si oppose al nazismo e ne pago' il prezzo.
Una lapide nell' atrio della chiesa ricorda Edith Stein, filosofa
discepola di Husserl, che divenne monaca di clausura e, a motivo della sua
origine ebraica, fu deportata ad Auschwitz dove mori'.
Dopo Tuttlingen si apre un' ampia vallata che non si addice molto ad ospitare le sorgenti di un fiume, tanto meno di quelle del piu' lungo fiume dell' Europa occidentale. Eppure e' proprio al centro di questa vallata che si trova Donaueschingen, la cittadina che, tradizionalmente, ospita le sorgenti del Danubio. Tradizionalmente perche' in effetti e' nel parco della villa di una famiglia dal nome alquanto altisonante, (e a quanto pare con pretese adeguate) i Furstemberg, che si trova, incastonata in una cornice di pietra calcarea a forma di fontana, la pozza circolare che permetteva a questi signorotti locali di credere che il grande fiume avesse origine nel giardino dietro casa (in realta' il Danubio nasce una ventina di chilometri piu' in la' -e diverse centinaia di metri piu' in alto: un po' di rincorsa la prende, dopo tutto...). Non e' comunque nel nostro interesse disprezzare troppo questo monumento che, se non altro, ci fornisce l' elemento del quale ogni viaggio ha bisogno per essere veramente tale: una meta.
NOTA: questo viaggio e' stato
organizzato da Panda Trek, associazione milanese affiliata al WWF.
Questa nota vuole essere innanzitutto un ringraziamento agli amici di
Panda Trek ed in particolare a Elio e Monica, e in secondo
luogo una precisazione: questa pagina non ha fini commerciali anche se
il sottoscritto ha collaborato in modo del tutto occasionale
all’organizzazione dei viaggi di Panda Trek. Rispondero' individualmente a
titolo strettamente personale e privato a chi mi chiedera' via e-mail notizie
su come contattare Panda Trek. [Home Page]-|-[ Francia]-|-[ Irlanda]-|-[ Italia]-|-[ Germania]-|-[ Scozia]-|-[
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